venerdì 18 luglio 2014

Molineddu. Gli orti dell'arte.

Marcello Scalas, "Che piacere averti qui", 2012
zollette di zucchero, installazione,
Dimensione ambiente


Da diciotto anni, ogni estate l’artista Bruno Petretto - che nel tempo ha collaborato con varie associazioni, enti locali, curatori, artisti, attori e musicisti - nel suo giardino, in località Molineddu, comune di Ossi, a pochi chilometri da Sassari, propone “Arte, Evento  e Creazione”, luogo di incontro tra artisti e confronto tra arte e spazio naturale.


Pinuccia Sini,
"Contenuto/contenitore",
2013, fibra di carbonio





Molineddu è difficile da definire, non è una semplice campagna fuori porta, non è un Parco. La forma -che Petretto ha dato al luogo, nel corso degli anni- è più simile agli “orti” di antica tradizione classica. Molineddu è uno spazio d’incontro tra azione artistica e casualità della natura, tra intervento occasionale e progettazione, tra gusto estetico del padrone di casa e quello degli artisti ospiti. Ovviamente non sempre tutto si incastra alla perfezione, ma il continuo divenire delle proposte, l’intervento della natura, pronta a scombinare le carte, fa si che Molineddu non sia mai lo stesso luogo.

Per la presenza dei nuovi interventi e le modifiche morfologiche, apportate ai vari luoghi, per mano dello stesso Petretto, nel corso delle stagioni, la dinamica tra spazio e opere si è trasformato. Posso definire Molineddu la più grande opera di Bruno Petretto in collaborazione con altri artisti. Questi di volta in volta hanno sviluppato progetti specifici modificando la percezione degli spazi.


Simonetta Secci,
 "Le guerre d'acqua: mi dispiace,
 lei si sbaglia,
il filo d'erba non è mai esistito", 2014


Il luogo è idealmente suddiviso in aree: rigogliose alcune, più desertiche altre, frutteti, teatri naturali, scalinate, strade, ponti, ruscelli. L’intervento umano è ovunque, ma è un intervento che dialoga con la natura, ne forza alcune caratteristiche e ne annulla delle altre, in un gioco di tensioni continuo.
L’area più selvaggia è quella nella quale è presente il primo nucleo di opere realizzato circa diciott’anni fa, in occasione di un evento tragico. Nell’ estate del 1996, dalla montagna franò un costone di roccia sulla valle sottostante, sulla campagna di Petretto appunto. Da quell’evento negativo è nato “Arte, Evento e Creazione”.  

Giusy Calia, "Ofelie", 2014

Bruno chiamò degli amici artisti, ognuno di loro intervenne nell’area devastata: chi scolpì sui frammenti di roccia della frana, chi realizzò un’installazione site specific. Lo spazio, via via venne modificato restando, comunque, un luogo “marziano”. Gli ambienti più rigogliosi sono quelli lungo un torrente. Sulle sponde, lungo il corso d’acqua, in piccole secche, sulle pareti rocciose, sugli alberi molti progetti hanno caratterizzato l’area.




Josephine Sassu, "Ritenta e sarai più fortunato"
performance, traccia video, 1999
Ogni anno si aggiungono interventi artistici, ogni anno le opere deperibili scompaiono; le nuove installazioni, di stagione in stagione, danno all’ ambiente una nuova morfologia, una sempre diversa idea di spazio. Alcune opere, per la loro natura deperibile, non esistono più. Rimangono tracce fotografiche e video, in alcuni casi, frammenti quasi archeologici.

Molineddu è un luogo di incontro e di confronto. Confronto degli artisti tra di loro, tra gli artisti e lo spazio, tra gli artisti e le complesse connessioni tra naturale e artificiale, tra spazio di natura e di cultura.
L’elenco di coloro che hanno partecipato a questi eventi nel corso degli anni è lunghissimo, mi limito a inserire foto di alcune opere. L’ideale sarebbe andarci. 

ARC    

Mario Fois, "Il frutto dell'amore",  2014, 



Cristian Lubino, "Onde d'urto", 2014





Cristian Lubino, "Equilibrio precario", 2013
Giuseppe Mulas, "Da Bambino sognavo
 una casa sull'albero", 2013

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