martedì 8 maggio 2018

26 km

Un racconto, un'artista, una comunità, una montagna e 26 km di stoffa azzurra.
Alla mostra “Il filo e l’infinito” a Palazzo Pitti, l’opera più significativa di Maria Lai è presentata timidamente, senz’audio. Il film di Tonino Casula "Legare collegare", documento di "Legarsi alla Montagna" 1981, è di fronte a noi sullo schermo televisivo, ma è muto. Qualcuno infastidito dalla musica ha abbassato il volume?  Mi dispiace non sentire la conversazione tra Maria e alcune signore del paese invitate a raccontare la leggenda da cui ha inizio tutto il lavoro. La storia della bambina, della montagna e del nastro azzurro.
La tradizione del contos, della poesia orale, della letteratura, l'infanzia, la fuga emergono in tutte le opere e sono fondamentali per comprendere questo lavoro, che ha la sua origine in una leggenda del paese. Una bambina, durante un furioso temporale, attratta da un nastro che vola nel cielo esce dalla grotta dove si è rifugiata. Un gesto, a prima vista sconsiderato, la salverà da una frana devastante. Sappiamo che questa parte dell' Ogliastra è soggetta a frane e smottamenti. A pochi km da Ulassai, Gairo "vecchio" dopo uno smottamento, negli anni cinquanta, è stato abbandonato, oggi appare un paese fantasma.  Il nuovo Gairo è stato ricostruito più in alto. Oltretutto, questi anni sono un periodo molto difficile per l'economia sarda, i paesi sostenuti esclusivamente da un'economia agro-pastorale vivono allo stesso tempo l'emigrazione interna, ossia verso la costa e le industrie petrolchimiche e, quella esterna, verso il nord, che svuota intere comunità.
In un contesto come questo, nel 1981 un intero paese dell’Ogliastra si impegna in un’azione di arte partecipata? L'arte come risorsa. Non è importante?  Scatto qualche foto allo schermo. Questo documento è preziosissimo! A questa mostra non poteva mancare il video di Casula (peccato l'audio). Per fortuna ci sono il film "Inventata da un dio distratto" di Marilisa Pia e Nico di Tarsia e l'intervista di Francesco Casu, che ci aiutano a costruire la biografia e l'immaginario di Maria Lai.

Casula ha pubblicato "Legare collegare" su youtube, visibile a chiunque, dotato di suono e voci, meravigliosamente "antico". Dato che non posso sopportare il silenzio di alcuni scatti rubati ad uno schermo televisivo, lo linko qui sotto:
 

Il video LEGARE COLLEGARE

 documentario di Tonino Casula sulla performance di Maria Lai "Legarsi alla Montagna", 1981, Ulassai.

 

  schermo tv 


 
 

Il progetto "Legarsi alla Montagna" nasce nel 1979. Ci vorranno ben due anni prima che possa attuarsi nell’azione partecipata che conosciamo.
L’amministrazione comunale di Ulassai ha in mente un monumento ai caduti, per la sua realizzazione contatta Maria Lai che però rifiuta di realizzare il monumento proposto, sostanzialmente non le interessa, propone in cambio Legarsi alla montagna. Il progetto è molto più complesso del monumento ai caduti. L’idea è quella di un’opera che coinvolga, nei due anni successivi, tutto il paese. Due anni di incontri e scontri che mettano d’accordo le persone, superino le inimicizie, le fazioni, che creino quei legami necessari.
Le contestazioni al progetto arrivavano da più parti. Alcuni lo contestavano definendolo clericale, perché il nastro utilizzato faceva riferimento al nastro delle feste religiose, dall’altra c’era chi sosteneva che non fosse un’opera d’arte ma un omaggio alla Madonna, e in quanto tale azione devozionale. Ognuno cercava di tirare dalla proprio parte ideologica l’operazione artistica. Nella prima fase del progetto l’aspetto immateriale dell’opera stuzzicò l’animo suscettibile di chi non sapeva riconoscere come arte quell’operazione e pretendeva un monumento marmoreo e la certezze di una tradizione istituzionale, ma scegliendo la comunità e non le pietre Maria Lai ha innescato un meccanismo che non si è più fermato.
 

Ulassai 

 
 

Il filo e l'infinito, Palazzo Pitti, Firenze

 


 

 
 
 
 
 
 
                       Cronache erranti Lorenzo Pezzatini
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 



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